Ovvero, ciò che è avvenuto alla BEM in seguito alla frequentazione dei corsi relativi al progetto “Sapere Digitale”, organizzati e tenuti presso la Biblioteca Archimede.
“Un Corso sui social e sullo storytelling? A me? E cosa vado a insegnare?”, questa di primo acchito la reazione nonché il modesto contributo dell’#Umilebibliotecaria (d’ora in poi, per semplificare, “Umile”), alla notizia che a Settimo si sarebbero tenuti dei Corsi di approfondimento per il Sapere Digitale in biblioteca.
Umile si rimangerà ogni singolo pensiero e ogni parola, inclusa la punteggiatura, alla fine di questo percorso.
Ma veniamo all’antefatto: la BEM, Biblioteca di Economia e Management dell’Università di Torino sostiene le attività dell’Asvis, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile.
Facendo cosa?
Promuovendo delle iniziative per far conoscere i 17 GOAL dell’Agenda 2030 alla propria utenza, composta soprattutto da studenti universitari ma anche aperta al territorio.
Molteplici attività come i libri in (ri)circolo (libri del bookcrossing donati unitamente alle locandine degli obiettivi sulla sostenibilità dell’Asvis), suggerimenti di lettura a tema sostenibilità, e comunque con gli argomenti dei GOAL, attraverso la pagina Facebook.
Ma con un risultato non sempre proporzionato agli sforzi.
Accantonato l’orgoglio, seguiti i Corsi, ecco che a Umile si è accesa un’ulteriore lampadina: in BEM potevano usare nuovi strumenti, potevano insomma rivoluzionare (quasi) tutto!
E infatti.
I social sono stati rivisitati e ampliati in maniera sostanziale; incominciando dal piano editoriale di Facebook, che pure esisteva, all’apertura di un Gruppo, sempre su Facebook a tema “Sosteniamo la sostenibilità”, sino alla creazione di un account Instagram. Coerenza grafica, misure, linguaggio da esporre ai propri followers: questo il primo gradino dopo aver assimilata la lezione della giornalista e Dataninja, Donata Columbro; in seguito alle due lezioni sullo Storytelling del professor Umberto Mosca c’è stato un ulteriore balzo in avanti. Alle immagini si sono sommati i video e la consapevolezza di voler raggiungere un certo target di utenza. Umile è stata tollerata a lezione nonostante abbia suggerita la visione di un orribile video (“Musica fantastica e adattissima allo scopo, fidatevi!”), di un gruppo punk giapponese. Il finale è stato accolto, pari pari, al film sulla corazzata Potemkin di fantozziana memoria. Novantadue minuti di applausi inclusi.
Però tutto è servito.
La BEM vuole colpire al cuore! Vuole parlare il liquido linguaggio dei social: un po’ troll un po’ Dante, un po’ Benigni con una spruzzata di Umberto Eco.
Va bene: Umile non imparerà mai.
In compenso in epoca di contagi, con la necessità di ridurre la propria vita da liquida e on-line a gassosa e chiusa in casa, anche grazie alla sicurezza acquisita (Umile voleva scrivere “sicumera” ma il correttore automatico è più intelligente di lei), e alle lezioni introiettate (Umile crede di saper scrivere bene), alla BEM si è passati dall’idea del video “Abbraccia un cinese” – progetto subito abbandonato considerato che, con maestria e tempismo è stato proposto in forma di flash-mob dall’Istituto Confucio dell’Università di Torino – al più morigerato “La BEM è aperta sempre. Anche quando è chiusa”, per far sì che i suoi Utenti e followers si sentissero coccolati e seguiti nonostante il regime di reclusione emergenziale.
Comunque, Umile è stata relegata nell’archivio, al silenzio e senza rete wi-fi (Amabile Collega ha anche proposto il digiuno forzato).
Il video scaturito da tutto ciò che ha appreso è questo: ma solo perché i docenti sono stati spettacolari.
“La BEM è aperta sempre. Anche quando è chiusa”, Guarda il video!
Monica Costa, Biblioteca dI economia e managment, Università degli Studi di Torino