Musei, archivi, biblioteche e se fosse un hakaton a salvarci?
Un hackathon è un evento al quale partecipano esperti di diversi settori con una finalità comune, nel nostro caso, immaginare un diverso modo di approcciarsi al sapere. Questo è il caso dell’esperienza di Coding da Vinci un progetto per pensare una nuova vita digitale per gli artefatti culturali. Coding da Vinci è il primo hackathon di dati culturali in Germania e riunisce esperti di diversi settori al fine di sviluppare idee e prototipi per il futuro. Fondato a Berlino nel 2014 il formato è stato lanciato dalla Biblioteca digitale tedesca, dalla Open Knowledge Foundation Germany, dal Centro di ricerca e competenza per la digitalizzazione di Berlino (digiS) e Wikimedia Germania. Ogni anno per sei settimane, fornisce lo spazio necessario affinché i mondi precedentemente separati della tecnologia creativa e del patrimonio culturale possano interagire e imparare gli uni dagli altri. In questo contesto di reciproco scambio le istituzioni presentano i loro desiderata, i loro set di dati e i partecipanti offrono le loro idee e i loro servizi entrando in contatto con le istituzioni del patrimonio culturale.
Sempre più gallerie, biblioteche, archivi e musei stanno digitalizzando, o sono in procinto di digitalizzare. le loro collezioni. Coding da Vinci è un progetto di economia culturale che favorisce le istituzioni e le spinge a rilasciare dati culturali in formato open, al fine di offrire ai partecipanti piattaforme libere in cui sperimentare e innovare.
Coding da Vinci è supportato dalla Fondazione culturale federale tedesca, come parte di un programma di finanziamento quadriennale. In questo contesto è stato istituito un ufficio, il cui compito è di continuare Coding da Vinci e di svilupparlo ulteriormente insieme ai suoi fondatori e partner.
Il progetto si propone di:
- Sviluppo delle competenze
- Usabilità dei dati
- Progettazione di eventi culturali
- Progettazione prodotti digitali
- Sviluppo strategico
Dal 2014, data della fondazione, circa 150 istituzioni da tutta la Germania sono state coinvolte al fine di rendere disponibili gratuitamente oltre un milione di contenuti multimediali come immagini, suoni, mappe, video e metadati. In collaborazione con comunità tecnologiche e amanti della cultura, sono nati più di 100 nuove applicazioni, app mobili, servizi, giochi e visualizzazioni.
Ecco alcuni esempi di prodotti sviluppati
zzZwitscherwecker: una sveglia che ti sveglia con un diverso canto degli uccelli ogni mattina che puoi disattivare solo identificando correttamente le specie di uccelli.
Zeitblick: un’app che analizza i selfie e cerca sosia storici nell’archivio di immagini del museo delle arti e dei mestieri di Amburgo.
Wiederaufbau Ost-Berlin: una pagina web per dispositivi mobili che combina materiale d’archivio proveniente da diverse fonti per ricreare la visione che il governo della DDR aveva della sua capitale.
Chronoscope Hamburg: una macchina del tempo attraverso 300 anni di storia di Amburgo. Le mappe storiche di Amburgo sono sovrapposte su una mappa attuale della città e possono essere esplorate con una cronologia.
Berliner MauAR: questa app di realtà aumentata riporta in vita il muro di Berlino. Le foto storiche vengono scaricate e posizionate sullo schermo proprio dove sono state scattate.
162 Ways to Die: installazione interattiva basata sulle incisioni su rame dei gesuiti del museo municipale di Landsberg am Lech. Piccole figure in legno simboleggiano alcuni dei sacerdoti gesuiti raffigurati. Quando vengono messi su una piattaforma specifica, raccontano la loro vita, lavoro e morte, incluso un momento magico.
Cyberbeetle: una versione robotica del coleottero Chalcosoma Atlas. Il robot stesso è ora esposto al museo di storia naturale di Berlino.
Luca Valenza, bibliotecario errante