Molte biblioteche hanno riaperto, altre lo stanno per fare, altre ancora affrontano difficoltà quotidiane nella gestione della fase due. Tutte le biblioteche però, dalla più piccola, alla più grande, da quelle di fondazione a quelle di università, da quelle di mare a quelle di montagna hanno ben chiara la lezione che hanno ricevuto in questi mesi di chiusura forzata. Del digitale non si potrà fare a meno. Oltre l’ottica da Apocalittici ed Integrati, abbiamo imparato che la tecnologia non è la panacea a tutti i mali delle biblioteche ma al contempo non è neanche la causa di tutte le disgrazie. E’ un fondamentale strumento d’apertura sul mondo e sul quotidiano e come tale va studiato, capito, utilizzato. Durante l’emergenza il digitale è entrato nella quotidianità delle persone e spesso è riuscito a trasformare il famigerato distanziamento sociale in distanziamento fisico, non meno duro ma sicuramente più sopportabile.
Alcune Biblioteche nel mondo si sono trovate avvantaggiate nel rapporto con la tecnologia sicuramente fra queste è da annoverare Bexar County’s BiblioTech la prima interamente digitale dal 2013, in termini di tecnologia un tempo infinito. Una Biblioteca senza un libro cartaceo ma zeppa di contenuti ed opportunità per i propri utenti. Questa biblioteca si trova nella contea di Bexar, in Texas. Da quando le porte della prima filiale sono state aperte il 14 settembre 2013, BiblioTech ha lavorato attivamente per colmare il divario digitale e la scarsa alfabetizzazione a San Antonio e nelle aree circostanti stabilendo un rapporto quotidiano molto stretto con la propria utenza. La loro missione è chiara e netta, fornire a tutti gli abitanti l’accesso alla tecnologia per migliorare l’istruzione e l’alfabetizzazione, promuovere la lettura come svago e fornire a tutti i membri della comunità gli strumenti necessari per prosperare come cittadini dell’era digitale. Oltre all’accesso alle risorse online la biblioteca mette a disposizione, con tempi e modi differenti, EReader per adulti, EReader per bambini, Hotspot wireless, Tablet per ipovedenti, Ipad, Ipod, Apple MacBook Pro e molti altri strumenti ancora.
Il nome della biblioteca e il periodo appena trascorso, e forse superato, non possono che farci venire in mente il libro scritto dal giurista, e direttore di biblioteca, americano John Palfrey “Bibliotech. Perché le biblioteche sono importanti nell’era di Google” testo scritto nel 2016 ma ancora di lampante e vivida attualità. Ora più che mai le biblioteche sono importanti nell’era digitale.
Dal momento che le informazioni sono più che abbondanti pressoché in tutte le discipline, gli studenti ricorrono troppo spesso a fonti immediatamente accessibili ‒ quelle reperite tramite una ricerca via Google o su iPhone. Ma spesso tali fonti non sono le migliori. Gli studenti davvero capaci sono quelli consapevoli di poter fare di meglio che aggrapparsi all’informazione a cui si può arrivare con più immediatezza. I bibliotecari di consulenza, che trascorrono le giornate a scoprire tutto ciò che è disponibile in moltissime discipline e che sanno come cercarlo, possono fornire un ottimo servizio agli studenti e agli altri utenti della biblioteca. In un mondo in cui le potenziali fonti informative sono decisamente variabili per qualità e rilevanza, la competenza di base dei bibliotecari ‒ in quanto guide alle risorse migliori ‒ può rivelarsi impagabile.
Luca Valenza, bibliotecario errante