La conversione indica un passaggio di stato, un cambio di direzione, una trasformazione o un mutamento di stile di vita, unità di misura, formato, valuta, produzione industriale, religione, infine per chi fa marketing online la conversione è il tasso di successo nella vendita. Per noi di Sapere Digitale, le conversioni sono ponti che ci permettono di scoprire nuove possibilità, trovare corrispondenze inaspettate tra un cartografo, e uno storico, un’insegnante e un’esperta di sicurezza digitale: per questo abbiamo invitato professioniste e professionisti di diversa provenienza, accomunati dall’interesse per la conoscenza libera e aperta, la divulgazione e le opportunità offerte dal digitale.
La seconda stagione di “Conversioni”, i webinar di approfondimento promossi dal progetto Sapere Digitale, si è conclusa nel mese di aprile 23. Per chi c’era e per chi non c’era, abbiamo preparato questo compendio arricchito da link di approfondimento.
Cybersecurity e le tracce che lasciamo online: le Google Dorks e l’Open Source Intelligence
Sonia Montegiove è giornalista e formatrice, socia di Women for Security ha presentato l’iniziativa per avvicinare le ragazze al tema strategico della cybersicurezza, attraverso il gioco di ruolo Cybertrials, che ogni anno coinvolge migliaia di studentesse e altre iniziative per le scuole a cura del Cybersecurity National Lab. Nell’epoca della disinformazione, la consapevolezza e l’approccio critico a quello che leggiamo, sono indispensabili per riconoscere la validità della informazioni. Altrettanto importante è riconoscere i meccanismi psicologici usati per farci stare sui social il maggior tempo possibile e capire cosa significa, profilazione, un processo che utilizza e incrocia tutte le informazioni su di noi per influenzare le nostre scelte e in ultima analisi tutta la nostra vita. Questo lavoro di incrocio di dati, può essere fatto da chiunque, utilizzando le tecniche dell’Open Source Intelligence (OSINT): ad esempio attraverso le Google Dorks – parole chiave per raffinare le ricerche. E a proposito di open, si segnala il progetto “Le alternative”, una raccolta di software e piattaforme open source, equivalenti ai prodotti commerciali ma rispettosi della nostra privacy.
I link di approfondimento:
- Cybertrials
- Cybersecurity National Lab
- Tool per OSING
- OSINT Italia
- Le alternative aperte
- La video registrazione del webinar Come muoversi in Rete Sapere [il] digitale: vivere la Rete in modo sicuro
- Le slide
L’alleanza necessaria con bibliotecarie e bibliotecari per l’educazione aperta
Paola Corti è progettista della formazione al Politecnico di Milano ed ha la passione per la conoscenza aperta, per cui svolge un’instancabile ed efficace opera di divulgazione. E’ convinta che le bibliotecarie e i bibliotecari abbiano un ruolo chiave nell’educazione aperta. La Raccomandazione dell’Unesco che sostiene e promuove le OER – Open Education Resource – impegna i Paesi membri a mettere in campo azioni per aumentare la capacità di creare, accedere e divulgare contenuti aperti, attraverso politiche di sostegno, in modo sostenibile e facilitando la collaborazione internazionale. La raccomandazione prevede anche il monitoraggio della messa in opera delle misure e per questa ragione alla fine del 2022, l’Unesco ha inviato un questionario alle autorità nazionali. Un’azione volta a promuovere la capacità di creare accedere e divulgare OER, è ENOEL – la community europea dei bibliotecari per l’educazione aperta, creata a partire da un finanziamento della Hewlett Packard che ad oggi coinvolge 104 membri in 27 Paesi Europei. Le bibliotecarie e i bibliotecari hanno un ruolo strategico in questo ambito, come dimostrano i più grandi repository di OER disponibili online, grazie alla loro capacità di valutare le fonti e la qualità dei materiali. Nella community ENOEL ci si incontra, si scambiano buone pratiche e si impara reciprocamente; sono stati prodotti materiali e linee guida disponibili online per tutti. Per un confronto con altri attivisti italiani sul tema delle OER si può consultare il sito OpenEducation Italia, mentre per un approfondimento su politiche, tecnologie, aspetti innovativi e sostenibilità delle OER, si rimanda al progetto Encore+.
I link di approfondimento:
- La traduzione in italiano della raccomandazione UNESCO OER
- Sul blog di Sapere Digitale un articolo con molte risorse
- La rete ENOEL
- La rete OpenEducationItalia
- Encore+ project
- La video registrazione del webinar Il ruolo chiave delle bibliotecarie e dei bibliotecari nell’educazione aperta
- Le slide
Risorse aperte per la didattica e la ricerca sulla storia del Novecento in Italia
Enrica Bricchetto, esperta di didattica digitale ed Igor Pizzirusso, storico e umanista digitale, ci hanno guidato alla scoperta delle risorse aperte disponibili online per lo studio della storia del 900: anche per gli storici oggi non è possibile ignorare la dimensione digitale. Chiarito che conoscenza aperta e partecipata sono due concetti diversi e che aperto implica la possibilità di riusare dati, abbiamo iniziato il viaggio attraverso il sito di Istoreto, uno dei 66 Istituti Storici e della Resistenza in Italia che fanno capo all’Istituto nazionale Ferruccio Parri, e che ospitano fondi con documenti originali dei 20 mesi del partigianato, organizzati in banche dati ricercabili. L’attività di ricerca di questi istituti ha anche un coté didattico: in particolare Istoreto ha organizzato i materiali in canali per questo scopo, pensando a insegnanti e studenti e si organizzano anche corsi di formazione e visite per le scuole. Il sito dell’Istituto Parri è ricchissimo di contenuti accessibili e aperti, come Novecento.org una rivista di ricerca storica che pubblica tutti i contenuti in modo aperto, la Banca Dati sui Periodici della Resistenza, con tutte le testate online e ricercabili in full text, la banca dati ricercabile delle Ultime lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e l’Atlante delle stragi italiane, che permette l’esportazione dei dati. La divulgazione storica si fa anche attraverso i giochi: Istoreto usa i giochi da tavoli e l’Istituto Parri organizza periodicamente un urban game che si svolge attraverso i luoghi dell’arresto e la liberazione di Ferruccio Parri a Milano
I link di approfondimento:
- Open Knowledge Foundation
- Istituto Nazionale Ferruccio Parri
- ISTORETO – Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza Giorgio Agosti
- Novecento.org – Didattica della storia in rete
- L’associazione Pop History
- La video registrazione del webinar Promuovere conoscenza aperta tra storia e educazione alla cittadinanza
- Le slide
I mondi immersivi offrono nuove opportunità alle donne
Simonetta Pozzi è formatrice, esperta di storytelling, appassionata di mondi virtuali e ha recentemente pubblicato il libro “Women in the Metaverse”. Simonetta ha spiegato cosa significa “ecosistema di mondi immersivi”, perché oggi esistono diversi mondi che non sono ancora interoperabili e di cosa avviene e cosa si può fare in questi mondi. Oltre a fare nuove conoscenze è possibile giocare e acquistare beni digitali, visitare una mostra o addirittura fare gare di vela. Molti brand hanno una presenza nei mondi virtuali per lanciare nuovi prodotti e in generale le aziende possono utilizzare il metaverso: ad esempio per riunioni, recruiting e onboarding, ma ci sono anche realtà piccole come musei e attività commerciali. Per accedere a questi mondi non è sempre necessario disporre di un visore e possono essere spazi personalizzabili, utilizzabili per la promozione di eventi e hanno un certo appeal, che facilita il coinvolgimento dei giovani, abituati ai mondi virtuali dei videogame. Simonetta ha guidato la visita alla sua galleria sulla piattaforma Spatial per promuovere il suo libro dedicato alle donne e al metaverso. Il libro è parte di un progetto nato durante la pandemia e intende favorire la presenza delle donne nel metaverso che sono tutt’ora sottorappresentate. La raccolta di numerose interviste a donne italiane di diverse fasce d’età ha l’obiettivo di ispirare le donne a trovare nuovi sbocchi professionali, le aiuta anche in modo concreto attraverso la donazione dei proventi alla Fondazione Zonta.
I link di approfondimento:
- Il blog di Simonetta Pozzi
- Osservatorio sul metaverso
- SPATIAL https://www.spatial.io/
- Women in the metaverse – Storie di donne che ispirano le donne (ebook)
- Donne e metaverso
- Fondazione Zonta
- La video registrazione del webinar Women in the metaverse: nuove frontiere dell’alfabetizzazione digitale
- Le Slide
Perché i dati geografici sono strategici e devono essere aperti
Parlare di argomenti tecnologici in poco tempo ad un pubblico di non esperti è una sfida che Rocco Pispico, esperto di open source software e opendata in ambito di rischi naturali e Stefano Campus, funzionario regionale del Sistema informativo territoriale della Regione Piemonte, hanno affrontato e superato nell’incontro sui dati geografici. Le cartografia si è trasformata nell’ultimo secolo da rappresentazione a strumento di interpretazione della realtà: il primo ad avere quest’intuizione fu l’epidemiologo John Snow che nel 1854, mappando i casi di colera sulla cartina di Soho a Londra, notò che la maggior concentrazione di decessi di colera era entro 250 metri di una specifica fontana, ribaltando la credenza che la causa della malattia fosse l’aria cattiva. Sulle mappe si possono rappresentare diversi tipi di dati: temperatura, piovosità, diffusione di specie animali o vegetali, grandezze di tipo economico e sociale (scolarità, flussi turistici). Sulle mappe è possibile inoltre drappeggiare altre informazioni per rappresentare la realtà anche in tre dimensioni. Per fare analisi è necessario avere base dati robuste e complete, interoperabili e per questo servono professionalità diverse, incluse quelle di carattere umanistico, come ad esempio nel caso dei beni culturali. La diffusione dei navigatori e delle app che tracciano i nostri spostamenti sono ormai una consuetudine nella nostra vita: se da un lato questo ci permette di esplorare luoghi anche senza esserci stati, i dati raccolti su di noi non sono nostri e quindi ricadiamo nel tema della profilazione e datificazione dei nostri comportamenti. Google, Bing e altri motori, hanno reso disponibili in una fase iniziale l’accesso gratuito ai loro dati per permettere lo sviluppo di applicazioni, mentre ora sono a pagamento: questo ci fa capire come sia importante poter avere l’accesso aperto ai dati. Esistono diverse possibilità per contribuire a creare mappe collaborative di cui il più importante è sicuramente OpenStreetMap, un equivalente di wikimedia per la cartografia a cui tutti possono contribuire. La disponibilità dei dati di OSM consente la realizzazione e la rappresentazione di altri dati come ad esempio l’accessibilità ai locali per chi si muove con sedia a rotelle. Infine va ricordato che le pubbliche amministrazioni sono tenute a fornire l’accesso ai dati geografici, sulla base dei Codice delle Amministrazioni Digitali.
I link di approfondimento:
- Mapillary
- Onemilliontweetmap
- Openstreetmap
- Humanitarian Open Street Map
- WheelMap
- Open Etymology Map
- Geoportale Piemonte
- Associazione Italiana per l’Informazione Geografica Libera GFOSS.it aps
- La video registrazione del webinar I dati geografici come strumento di interpretazione della realtà per PPAA, professionisti e cittadine
- Le Slide
Eleonora Pantò (24 aprile 2023)