Le bibliotecarie Valentina Busso e Lisa Marcenaro, Biblioteca Archimede di Settimo Torinese ci raccontano l’esperienza dei laboratori nelle scuole di Cumiana, nato anche grazie al percorso di Sapere Digitale.
Un ricchissimo percorso di formazione, iniziato ormai due anni fa, ha costruito e sviluppato il cuore delle competenze della nostra professione, la competenza informativa.La rivoluzione digitale sta trasformando lo spazio delle biblioteche, come bibliotecari stiamo vivendo da protagonisti questo cambiamento, rispondendo ai nuovi bisogni educativi dei cittadini, con un’attenzione particolare per bambini e ragazzi.
I nostri laboratori, che proprio in questi giorni stanno prendendo forma e azione nelle scuole, sono progettati grazie ad una formazione davvero eterogenea: ingegneri, social media manager, sociolinguiste, psicologi, grafici, gamers, giornalisti, insegnanti, statisti, avvocati…
Sono stati davvero tantissimi i professionisti che hanno contribuito a potenziare la nostra proposta didattica perchè rispondesse alla crescente complessità di questa nuova dimensione della conoscenza, una conoscenza liquida (per dirla con le parole di Bauman), che ci provoca, ci chiama in causa. Nessun bibliotecario può tirarsi fuori da questa sfida: creare nuova conoscenza, per tutti e che sia di qualità.
Con questa consapevolezza, abbiamo realizzato un laboratorio introduttivo, rivolto ai ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, che avesse come obiettivo centrale quello di sviluppare un approccio critico alle informazioni. I ragazzi, anche grazie alle esperienze di didattica digitale, hanno raggiunto senz’altro un buon livello di competenze digitali. Il bisogno emergente è un altro, è la consapevolezza di essere responsabili e protagonisti di questo spazio virtuale, che deve essere conosciuto nella sua forma, ma soprattutto nei contenuti, che loro stessi condividono, utilizzano e manipolano quotidianamente.
Abbiamo approfondito con loro il concetto di bisogno informativo, che spesso non viene neanche riconosciuto o ben identificato. Per parlarne abbiamo utilizzato Kahoot, un programma che crea delle sfide digitali e che permette di imparare giocando. La gamification delle attività laboratoriali è senz’altro uno strumento che ci appartiene proprio grazie alla formazione. Abbiamo sperimentato quanto il gioco ci permetta di sviluppare contesti di apprendimento più stimolanti. La ricerca documentale è stata approfondita partendo proprio dagli strumenti più utilizzati attualmente dagli studenti, i motori di ricerca, riflettendo con loro sulle regole che li caratterizzano e stimolandoli a porsi più domande, a vivere da protagonisti la ricerca. Anche qui attraverso un sondaggio con Mentimeter e un video estrapolato da Youtube abbiamo approfondito il concetto di profilazione, discusso delle potenzialità e dei limiti dell’algoritmo che regola le risposte di Google, avviando interessanti riflessioni anche di carattere etico. Dopo i motori di ricerca non potevano mancare le enciclopedie (con un piccolo approfondimento del mondo di Wikipedia), i cataloghi delle biblioteche e le biblioteche digitali. Il passo successivo è stata la valutazione delle informazioni, con qualche trucco per distinguere autorevolezza, verificabilità e aggiornamento. Infine abbiamo parlato di creazione di nuovi contenuti, di copyright e del tanto temuto copia-incolla, l’incubo degli insegnanti. Solo per i più grandi qualche accenno alle bibliografie e sitografie, in preparazione all’esame di terza media. Per salutarci abbiamo verificato con un sondaggio i risultati attesi, gli obiettivi raggiunti, chiedendo ai ragazzi cosa sentivano di aver imparato. Le risposte sono state molto interessanti e ci stanno aiutando a calibrare sempre meglio le attività. Abbiamo verificato quanto sia importante far seguire un’esercitazione, sempre giocata, per sperimentare le ricerche, i cataloghi e gli strumenti proposti. Infine, non poteva mancare un questionario di gradimento, che è stato molto positivo, con qualche spunto per migliorare, perchè educare alla cittadinanza digitale è una sfida da costruire e arricchire nel tempo.
“Questo tipo di laboratori “digitali” sono stati possibili grazie al fatto che le scuole in cui siamo andate erano ben attrezzate, ma purtroppo non tutte lo sono ancora. A Settimo alla Matteotti abbiamo avuto la possibilità di usare l’aula STEM, facendo sinergia con un progetto già esistente alla Biblioteca che lavora proprio con questa metodologia”, afferma Lisa Marcenaro, la collega che con me ha condotto il laboratorio e aggiunge: “Mi sembra un bell’esempio di sinergia tra progetti diversi ma entrambi orientati verso il digitale. A Cumiana abbiamo potuto utilizzare l’aula con i chromebook appena acquistati per gli Invalsi, la Lim e una buona connessione Internet.”
Progetti per il futuro? Tantissimi. Sicuramente sviluppare laboratori per tutte le fasce d’età, anche per gli adulti. Inoltre per ogni aspetto delle competenze informative bisognerebbe sviluppare risposte didattiche specifiche, dalla disinformazione al mondo dei social, da Wikipedia alle banche dati, passando ovviamente dal gaming perchè ogni attività sia fatta col gioco, ma non per gioco (giocare è una cosa seria…).
Valentina Busso, Biblioteca Archimede