L’obiettivo n.4 dell’agenda 2030 impegna i governi a “fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”, gli stessi principi che sono alla base della definizione di Educazione aperta che “mira ad aumentare l’accesso all’istruzione, l’efficacia e l’equità attraverso la promozione della partecipazione e della co-creazione della conoscenza, in particolare da parte di gruppi emarginati e tradizionalmente sottorappresentati” 1.
La Raccomandazione UNESCO sulle Risorse Educative Aperte
L’Unesco ha emanato nel 2019 la raccomandazione sulle Risorse Educative Aperte2 in cui invita i governi e le istituzioni educative a creare politiche che facilitino lo sviluppo delle Risorse Educative Aperte, Open Education Resources –OER, e dell’Educazione Aperta – Open Education-OE. In particolare la Raccomandazione sulle OER identifica 5 obiettivi per i paesi membri.
- sviluppare la capacità delle parti interessate di creare, accedere, riutilizzare, adattare e ridistribuire le OER;
- sviluppare politiche di sostegno;
- incoraggiare OER di qualità inclusiva ed equa;
- promuovere la creazione di modelli di sostenibilità per le OER
- facilitare la cooperazione internazionale.
Educazione Aperta e Pandemia
Lo studio Open Education as a game changer – stories from the pandemic3 ha tracciato una mappa delle iniziative positive e dei cambiamenti nell’istruzione originati dalla chiusura delle scuole durante la pandemia 2020. Fra gli autori, Matteo Uggeri 4 che ha presentato per l’Italia due casi di studio: un’iniziativa del Politecnico di Milano e il progetto Didattica della Vicinanza della Città di Torino. Il rapporto ha evidenziato che l’educazione aperta ha reso le istituzioni e le infrastrutture più resilienti nell’adattarsi alla didattica a distanza, oltre a dimostrare una maggiore propensione alla collaborazione, alla condivisione e al mutuo supporto in chi opera basandosi sui principi dell’apertura, della condivisione e della solidarietà.
Le politiche per l’educazione aperta
Nonostante le evidenze sulle ricadute positive dell’educazione aperte, molte università e molti governi non hanno ancora una politica in questo senso. L’indagine sull’adozione di OER nelle Università italiane del 20135, indicava una conoscenza di base del tema ma evidenziava l’assenza di politiche e di referenti sul tema. Nel Piano Nazionale scuola digitale era prevista un’azione specifica sulle OER a cui non erano assegnate risorse ed è difficile misurare se tale azione abbiamo avuto impatto e risultati. Come riportato nello studio del 20206 e successivamente nel libro “Open Education. OER, MOOC e pratiche didattiche aperte verso l’inclusione digitale educativa”7 di Fabio Nascimbeni non esiste in Italia una politica nazionale sulle OER.
Per aiutare i governi e le università a definire tale politiche, la cattedra Unesco dell’Università del Suffolk, ha elaborato un policy brief 8 che è stato presentato da Javera Atenas, in occasione del Terzo Convegno Mondiale sull’Istruzione Superiore, che si è svolto a maggio 2022. Il documento delinea i sei elementi chiave di una politica per l’educazione aperta: supportare gli educatori nell’uso delle pratiche aperte, promuovere crediti per micro unità di apprendimento e consentire il loro trasferimento; favorire l’accesso e l’inclusività promuovendo le comunità di pratica; favorire la collaborazione internazionale; adottare piattaforme tecnologiche aperte e promuovere una cultura dell’apertura. Atenas, ha sottolinato che non è sufficiente consultare i portatori di interesse ma è necessario un processo di co-creazione.
Durante il webinar, Nday Massata Ndiaye dell’Università Digitale del Senegal ha illustrato lo stato delle politiche per l’educazione aperta nell’Africa Subsahariana: fra i 28 paesi esaminati solo il Madagascar ha adottato una politica, il Burkina è in fase di validazione e la Nigeria in fase di redazione. Ispirandosi alla già citata Raccomandazione Unesco, ha declinato una serie di proposte/richieste operative per favorire l’educazione aperta: creazione di gruppi di lavoro che coinvolgano anche il settore privato come editori e aziende edtech, creazione di una piattaforma online interoperabile e multilingua, accessibile anche offline, coinvolgere insegnanti e studenti, fare cultura sul tema della conoscenza aperta nella formazione dei futuri insegnanti.
Essere Open Educator
La Raccomandazione Unesco si rivolge a chiunque svolga una funzione educativa, inclusi “insegnanti, educatori, studenti, enti governativi, genitori9”. Nel già citato libro di Nascimbeni, l’open educator è “colui che rimuove tutti gli ostacoli all’apprendimento. Con questi intendiamo sia le barriere all’accesso, come per esempio lo stato socioeconomico degli studenti o le loro difficoltà di apprendimento, ma anche i limiti più sottili legati alle attitudini e alle preferenze degli studenti.”
Non si tratta quindi solo di utilizzare contenuti digitali con licenza aperta ma di eliminare barriere culturali ed economiche e creare le condizioni per dare a tutti un’educazione di qualità, equa e inclusiva.
Per approfondimenti e materiali, si può far riferimento al network Open Education Italia che ha di recente avviato la pubblicazione di una guida in progress all’open education.
1 Cronin, C. (2020). Open education: Walking a critical path. In Open(ing) Education. Eds Dianne Conrad and Paul Prinsloo, (pp. 9-25). Brill Sense. http://eprints.teachingandlearning.ie/4345
2 tradotta in italiano dal gruppo Information Literacy dell’Associazione Italiana Bibliotecari (AIB)
3 https://centrumcyfrowe.pl/open-education-game-changer/#Key-conclusions
4 Matteo Uggeri è stato relatore per Sapere digitale di un incontro sulle Risorse Educative Aperte.
5https://www.researchgate.net/publication/263559123_OER_nelle_Universita_italiane_primi_risultati_di_un’indagine_conoscitiva_del_Gruppo_CRUI_OA-OER
6 Nascimbeni, F. (2020). Open Educational Resources in Italy. In: Huang, R., Liu, D., Tlili, A., Gao, Y., Koper, R. (eds) Current State of Open Educational Resources in the “Belt and Road” Countries. Lecture Notes in Educational Technology. Springer, Singapore. https://doi.org/10.1007/978-981-15-3040-1_4
7 Nascimbeni, F. (2020). Open Education. OER, MOOC e pratiche didattiche aperte verso l’inclusione digitale educativa https://series.francoangeli.it/index.php/oa/catalog/book/57,
8 Atenas, Javiera, Haverman, Leo, Cronin, Catherine, Rodés, Virginia, Lesko, Igor, Stacey, Paul, Feliu-Torruella, Maria, Buck, Ellen, Amiel, Tel, Orlic, Davor, Stefanelli, Cristina and Villar, Daniel (2022) “Defining and developing ‘enabling’ Open Education Policies in higher education”. In: UNESCO World Higher Education Conference 2022, 18-20 May 2022, Barcelona, Spain. (Unpublished)
9 Le parti interessate nei settori formale, non formale e informale (ove appropriato) a questa Raccomandazione includono: insegnanti, educatori, studenti, enti governativi, genitori, fornitori e istituzioni educative, personale di supporto all’istruzione, formatori di insegnanti, responsabili delle politiche educative, istituzioni (come biblioteche, archivi e musei) e i loro utenti, fornitori di infrastrutture per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ITC), ricercatori, istituti di ricerca, organizzazioni della società civile (comprese associazioni professionali e studentesche), editori, settore pubblico e privato, organizzazioni intergovernative , titolari e autori dei diritti d’autore, media e gruppi di radiodiffusione e organismi di finanziamento.
Eleonora Panto’
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