La lotta alla fake news è importante, soprattutto ai tempi del Corona Virus: le fake, si sa, prediligono la scienza. Sul sito dell’IFLA potete trovare i manifesti “How to stop Fake news” scaricabili in ogni formato e tradotti in tutte le lingue (o quasi): come è spiegato nella pagina dedicata del sito, quando nel 2016 l’espressione post verità è stata dichiarata parola dell’anno, i bibliotecari e le bibliotecarie hanno pensato che dovevano fare qualcosa e questo manifesto è il risultato, che riassume i pilastri dell’information literacy, competenza bibliotecaria per eccellenza. Scritto in modo chairo e amichevole, questo manifesto ha il vantaggio del supporto iconografico che lo rende molto immediato.
Una buona pratica di sicuro anche se, come tutti i manifesti, non deve rimanere lettera morta: anzitutto è importante appenderli bene in vista in biblioteca e magari darli in distribuzione al bancone e poi naturalmente guidare gli utenti nell’applicarlo sia nel servizio di reference che sui canali social delle vostre biblioteche.
Sempre nel 2016 anche l’Associazione Italiana Biblioteche ha rilasciato un Manifesto sull’informazioni literacy dettagliatissimo, ricchissimo e molto articolato che è stato anche il punto di partenza di questo progetto. Lo trovate linkato qui sotto: una lettura davvero importante e illuminante.
Nel 2017 nasce dalla rete (rispondendo all’appello di un’esperta di comunicazione Rosy Russo, ora presidente dell’Associazione no profit Parole O Stili, il Manifesto della Comunicazione Non Ostile che ha subito grande risonanza mediatica. Questo manifesto, che penso sempre avrebbe e dovrebbe averlo scritto un bibliotecario o una bibliotecaria, dice con semplicità e immediatezza più o meno le stesse cose dei manifesti delle biblioteche e ha avuto e continua ad avere, per fortuna, larghissima diffusione. Il Manifesto è stato redatto grazie alla collaborazione di una community di oltre 300 persone che hanno risposto all’appello in rete: come è spiegato sul sito “è nato dalla Rete per le rete” ed è un’ottima esemplificazione di come si deve usare la rete, condividendo pensiero e azione, collaborando. La forma finale e la sua bellezza è merito di Annamaria Testa, tra le migliori comunicatrici italiane.
L’Associazione non si è fermata qui e sono tantissime le cose che sta facendo per combattere la violenza in rete: segnaliamo qui le più significative e vi rimandiamo alla pagina del sito per approfondire.
- Le 6 declinazioni.Grazie ad un lavoro di partecipazione collettiva, il Manifesto è stato declinato per diversi ambiti: per la politica, per la pubblica amministrazione, per le aziende, per l’infanzia per lo sport e per la scienza.
- I libri (3 libri per diverse fasce d’età un quarto in uscita durante la stesura di questo breve articolo
- I progetti televisivi
- I materiali didattici per le scuole: sono davvero una risorsa incredibile così come i video con le registrazioni dei convegni, con interventi di esperti, buone pratiche: un mare di risorse gratuite, intelligenti e stimolanti da provare ad applicare.
Insomma bibliotecarie e bibliotecari: leggeteli rileggeteli, affiggeteli e distribuiteli in biblioteca. Non importa quale dei tre manifesti usate o se decidete, meglio ancora, di utilizzarli tutti e tre. I Comuni possono sottoscrivere il Manifesto della Comunicazione non ostile come atto simbolico, la Fondazione ECM che promuove questo progetto e gestisce la Biblioteca ArchimEde, lo ha fatto nell’ottobre 2018 e il Comune di Settimo Torinese ad ottobre 2019, proprio nell’ambito di questo progetto. Questi Manifesti sono bellissimi e scritti benissimo. Ora che sono scritti e distribuiti occorre però passare all’azione. Questi documenti, frutto del lavoro di tante persone di tutta Italia che collaborano grazie alla rete, sono soprattutto sono strumenti utili da usure ogni giorno nel lavoro in biblioteca e a scuola.
Vi ricordiamo infine che l’8 aprile 2020 è in calendario il corso base e pratico di Parole O Stili alla Biblioteca Don Milani di Torino.
Augusta Giovannoli