A fine gennaio 2020, nell’ambito di Sapere Digitale, siamo riusciti a realizzare un bellissimo corso sui social media: merito soprattutto della preparatissima docente che abbiamo incontrato, Donata Columbro che, in sintesi, ha fatto comprendere alla classe che la faccenda social in biblioteca è molto meno complicata e molto più interessante e avvincente di quanto i bibliotecari in cuor loro pensassero. Luca Valenza, il nostro bibliotecario errante, in questo articolo ribadisce il concetto con alcune semplici ma chiarissime regole da applicare subito e alcuni approfondimenti molto stimolanti su cosa fanno altrove. Buona lettura!
Facendo del bibliosurf sono incappato in questo interessante pezzo “Creating social media committees to increase your library’s social presence” di Nina Verishagen, Saskatchewan Polytechnic Library, dove affronta in modo brillante il rapporto Social|Biblioteche.
Sembra quasi strano considerando la quantità di corsi e discorsi sull’argomento ma in Italia siamo ancora molto indietro. Molte biblioteche non sfruttano bene i propri canali, molte non hanno neppure un canale e altre ancora non hanno neppure il wifi.
Prendendo come spunto l’articolo citato, quest’altro di Anna Busa, la combo Cristina Bambini, Tatiana Wakefield e altre letture sparse nell’etere ecco 6 semplici regole per una presenza sui social smart, per chi ne avesse bisogno.
1) Fai sentire la voce della tua biblioteca
Ogni biblioteca è uguale ad altre biblioteche, ma al contempo ne differisce per una serie di caratteristiche che vanno a delinearne la singolarità. Fai emergere le tue caratteristiche ma ricordarti di far parte di una costellazione molto più ampia e complessa. Le tue particolarità sono ciò che amano i tuoi utenti, che li affascinano, che gli servono e che li emozionano. Emozionati con loro.
2) A chi parli quando parli?
Non tutte le piattaforme valgono la fatica, il tempo e il lavoro che stai utilizzando. Non cercare di fare tutto, non utilizzare ricette pronte e non cercare di essere presente su tutte le piattaforme social. Metti la cera, togli la cera, allenati e fai crescere la tua forza. Valuta il tuo pubblico, in modo formale o informale, e scegli le piattaforme che più riescono a coinvolgere. Se sei indeciso su che piattaforma utilizzare chiedilo direttamente alla tua utenza, i questionari quantitativi o qualitativi, ci spaventano ma con calma e gesso riusciremo a trovare il più adatto.
3) Formati e confrontati
I social come, questi anni vent,i vanno a una velocità folle, i gusti mutano, le mode cambiano, i Trend(ing) topics corrono e noi bibliotecari per non rimanere indietro non possiamo fare altro che seguire il sacro fuoco della formazione, autoformazione e dell’aggiornamento costante. Come operatori della cultura, delle culture, siamo anche inseriti in una grandissima rete sociale. Se abbiamo dubbi chiediamo, parliamo e usciamo dalle nostre stanze.
4) Sii Flessibile
Sperimenta, ascolta, sbaglia, riprova. Sfrutta al massimo la tua creatività e le potenzialità che ti offre la rete. Niente uccide la creatività come la rigidità. Ma non dimenticarti mai chi sei e perché stai comunicando, fai le cose con la massima cognizione.
5) Utilizza i dati
Come per il catalogo, anche per i social conoscendo le formule magiche ci sono metodi più o meno semplici per entrare nel cuore dei dati. Scoprili, interrogati su chi e come interagisce con te e perchè, ti aiuterà a tarare meglio la tua comunicazione culturale.
6) Ricordati chi sei
Borges in Finzioni scriveva “Gli specchi e la copula sono abominevoli, perché moltiplicano e propagano il numero degli uomini” in questo racconto ci confrontiamo con l’identità, il riflesso e la percezione di sé e le insidie che comporta. Il racconto mi sembra un ottimo modo per riflettere sempre e comunque sulle insidie del digitale. Ricordiamoci chi siamo e perché lo facciamo cercando di andare sempre oltre.
Luca Valenza, bibliotecario errante