La conoscenza è frutto anche dell’aneddotica e della storia personale, che alcuni chiamano microstoria.
Lavoro a Bardonecchia in una piccola e bella biblioteca di montagna, una biblioteca di confine piena d’attività, vicino ai nostri cugini francesi. Vicinanza che dal mio punto di vista è prossimità e spesso condivisione d’intenti ed utenti. Alcuni giorni fa uno di questi utenti mi scrive sui social, in questo mondo di reference a distanza che ormai è diventata la nostra quotidianità – Per ripartire dopo il virus ci vorrebbe una Ideas Box in ogni paese – Ecco mi sono trovato impreparato, conoscevo gli Idea Store, conoscevo il Bibliohub, conoscevo i box davanti alle biblioteche ma gli Ideas Box non li avevo ancora incontrati. E così facendo, riconosciuta la mia ignoranza, mi sono messo ad indagare.
La prima cosa che ho trovato è stato questo interessante articolo della rivista online Che Fare Bibliothèques Sans Frontières: la biblioteca come dispositivo di rete dove l’autore Vito Manfreda ci racconta in maniera approfondita del progetto e dell’idea degli Ideas box e degli altri progetti collegati.
La sua creazione nasce dall’osservazione di alcune missioni umanitarie, dove individui che hanno perso tutto, una volta soddisfatti i bisogni primari, rimangono inattivi e isolati dal resto del mondo, senza più alcuna dignità personale. Naturalmente le operazioni umanitarie devono puntare alla sopravvivenza e allora Ideas Box nasce proprio con lo scopo di cercare di restituire alle persone una parte della loro vita precedente, di ri-connetterle al mondo come soggetti.
Il dado è tratto, mi si è aperto un mondo di scoperte incredibili. Provo a raccontarvi quello che ho incontrato. Gli Ideas Box nascono in seno all’ONG Bibliothèques Sans Frontières (BSF) o Libraries Without Borders (LWB). Il progetto è stato fondato in Francia nel 2007 dallo storico Patrick Weil partendo da un concetto semplice :in una situazione d’emergenza, dopo che tutti i bisogni primari sono stati espletati, cosa riempie la vita dell’uomo più della conoscenza? E così il tutto è partito. Fornire a tutti le chiavi del proprio futuro partendo al sapere e dall’educazione. Un tipo di approccio alla cooperazione culturale rivolto ai paesi in via di sviluppo, e alle zone di necessità, partendo dai libri, dalle biblioteche, dagli strumenti digitali, dai bibliotecari per costruire modelli e piani d’azione sostenibili. In questa concezione le biblioteche sono spazi di apertura al mondo, di creatività, di accesso all’informazione e all’istruzione. Sono spazi decisivi per la democrazia e per l’emancipazione di uomini, donne e bambini. I valori sono semplici e chiari:
- Accesso alle informazioni come diritto fondamentale
- Istruzione come leva centrale per l’emancipazione
- Partenariato e co-costruzione di progetti con attori locali
- La diversità culturale come ricchezza da preservare
- L’innovazione al centro di qualsiasi progetto di trasformazione sociale
Loro non lo inseriscono fra i punti che ho elencato sopra ma io aggiungo un punto ulteriore che compare in molti dei loro documenti
Bibliothèques Sans Frontières mette tutti i suoi contenuti, produzioni, software in licenza gratuita per consentire ad altri di riutilizzare i progetti
Sono molte le azioni e i campi su cui si muovono
Tutte però vanno nella stessa direzione, biblioteche come finestre infinite di possibilità sul Mondo. Spazi sociali d’apertura per la costruzione di un domani diverso, spazi di conoscenza per ordinare il mondo. Bibliothèques Sans Frontières dal 2007, anno del terremoto di Haiti, lavora in tutti i continenti, dall’India all’Australia, dall’Africa a New York, da Palermo al Belgio portando ovunque il suo peculiare contributo allo sviluppo degli utenti e dei territori, che infine è uno dei compiti essenziali delle biblioteche d’ogni grado e latitudine.
L’Ideas Box è un progetto sviluppato in quest’ottica con il supporto del designer Philippe Starck
Quando abbiamo perduto tutto, quando non ci resta nulla, l’unica cosa che non possono toglierti è il sogno.
L’Ideas Box è più di una scatola, è una biblioteca per ogni luogo ed occasione, una biblioteca pronta all’uso, trasportabile e replicabile, contenente un dispositivo per la connessione internet, tablet, pc e e-reader, libri, e-book, proiettore, telecamere, burattini, giochi di società, videogiochi, un teatro, tavoli, sedie, fogli e materiale vario. Tutto chiuso in un cassone e facilmente posizionabile. È un dispositivo pratico che offre contenuti adattabili a tutti i contesti e a tutte le esigenze a seconda delle culture, delle popolazioni, delle lingue in cui vi è necessità. Un processo di resilienza comunitario per prepararsi al futuro. Un processo condotto e coordinato da bibliotecari e facilitatori che operano per ricucire con cura, perizia e mestiere i tessuti di società sfibrate, aprendo la biblioteca al mondo e facendo diventare il mondo una biblioteca.
Ed ecco quindi – per ritornare alla microstoria – forse il mio utente aver ragione, ci sarebbe bisogno di un’Ideas Box in ogni quartiere, di una biblioteca in ogni città. In un dopo pandemia incerto sarebbe auspicabile avere questi distillati di biblioteca, se non nella forma almeno nel concetto, per andare incontro all’altro, nelle piazze e nelle vie delle città.
Biblioteche aperte e veicoli del sapere.
Luca Valenza, Bibliotecario errante