È ormai assodato che l’educazione digitale è diventata un elemento cruciale per la formazione dei giovani – e non solo – in un mondo in cui l’informazione è sempre più accelerata, dove la tecnologia sta rapidamente influenzando tutti gli aspetti della nostra vita, dalla comunicazione alla formazione, all’occupazione. Gli studenti con scarse competenze digitali rischiano non solo di rimanere indietro nell’inserimento nel mondo lavorativo e nella vita quotidiana, ma anche di diventare preda dei manipolatori che sanno bene come approcciarsi sul web.
Grazie al progetto Sapere Digitale abbiamo potuto ospitare a Nichelino un incontro sul tema del “complottismo”, in particolare quello diffuso attraverso la rete. Sapere Digitale è un progetto che mira a coinvolgere le biblioteche, stimolandole ad assumere un ruolo cruciale a supporto dell’educazione civica digitale e della diffusione di una maggiore consapevolezza nel corretto utilizzo del digitale. Da anni sostiene e alimenta la formazione dei bibliotecari equipaggiandoli nell’affrontare questi nuovi scenari della conoscenza, del sapere e dell’informazione.
A guidarli nella scoperta, Federica Arenare del team di Open The Box, il progetto di Media e Data Literacy sviluppato da Dataninja.
L’iniziativa con il titolo “Complotti!” ha coinvolto tre classi di scuole superiori nichelinesi – con la presenza di una settantina di ragazzi – a cui sono state presentate le competenze necessarie per navigare in un mondo virtuale sempre più aggressivo, con l’esposizione delle teorie del complotto attivate attraverso la rete.
A guidarli nella scoperta, Federica Arenare del team di Open The Box, il progetto di Media e Data Literacy sviluppato da Dataninja, che sostiene insegnanti, educatori e bibliotecari nell’affrontare la tematica della dis-informazione in rete, in classe o in biblioteca.
Nell’incontro i ragazzi hanno avuto modo di sperimentare – anche attraverso un laboratorio pratico – la creatività e la capacità di problem solving, cercando di analizzare e approfondire informazioni e notizie, come quelle inserite all’interno di ogni teoria del complotto. Esercizi di questa portata contribuiscono a sviluppare nei giovani il pensiero critico, a costruire un percorso di apprendimento che indaga in profondità invece di limitarsi all’approccio superficiale del “mordi e fuggi”, a cui ormai siamo sempre più assuefatti.
Le biblioteche, oggi, sono chiamate ad assolvere a questo compito, devono aspirare a questa vocazione, devono contribuire a diffondere l’educazione civica digitale, soprattutto tra i giovani, a sviluppare la cittadinanza digitale, includendo la capacità di utilizzare le tecnologie digitali in modo responsabile e sicuro. Attraverso la trasmissione di questi saperi, gli studenti imparano a valutare e utilizzare le informazioni online in modo critico, proteggere la loro privacy, riconoscere e denunciare il cyberbullismo e le altre forme di abuso online, diventando cittadini più responsabili e più consapevoli.
Loredana Pilati, direttrice della biblioteca G.Arpino di Nichelino
- Leggi anche il resoconto del laboratorio sui Complotti alla biblioteca Regionale Bruno Salvadori di Aosta
- Leggi l’articolo di Nicola Bruno su Open the Box per Media & Learning Association