Benritrovati, dopo aver sbirciato app letterarie e app che divulgano materiale scientifico per bambini e ragazzi, il nostro percorso di oggi ha come tema l’inclusione. Il termine inclusione abbraccia una pluralità di significati, situazioni e contenuti e talvolta può risultare sfuggente.
Nel vasto panorama dei contenuti digitali cerati appositamente per sostenere la dislessia e specifiche difficoltà di apprendimento, vorrei qui segnalare due progetti molto diversi fra loro che danno un’idea a mio avviso precisa e armoniosa del significato ampio di inclusione.
Il progetto editoriale I libri per tutti è solo di un anno fa, ma di strada ne ha già fatta tanta fra i bambini. Promosso dalla Fondazione Paideia, è il frutto buono dell’accordo di quattro fra i più importanti gruppi editoriali italiani Mondadori, Giunti, DeAgostini e il Gruppo Mauri Spagnol e prevede la pubblicazione in digitale di libri illustrati con i simboli della CCA, la Comunicazione Aumentativa Alternativa, allo scopo evidente di rendere accessibile la lettura a chiunque.
Sul sito di Fondazione Paideia sono state raccolte le testimonianze dei tanti insegnanti che se ne sono serviti in classe, ma anche via Zoom in questo periodo, ed è chiaro dalle loro voci quanto mancassero risorse di questo genere per favorire la lettura e l’apprendimento di una storia a bambini con disabilità, bisogni comunicativi specifici e anche a chi ha fragilità o difficoltà linguistiche di diverso genere, sia bambini sia adulti.
Le storie in questi ebook interattivi sono raccontate in simboli con i segni grafici delle parole, ai simboli è associata la voce che ne dà la lettura, ci sono i suoni e l’illuminazione progressiva dei segni semplifica la comprensione della storia.
I titoli – disponibili anche cartacei – convertiti in digitale si scaricano dalla app I libri per tutti ottimizzata per una lettura interattiva su dispositivi mobile, mentre dalla piattaforma www.scuolabook.it se ne fruisce per la lettura desktop (web reader Scuolabook).
Segue analoga imprescindibile finalità inclusiva un altro piccolo ma coraggioso edito, Telos, che lavora però in tutt’altro modo e che per questo motivo troverà ampio spazio in un futuro articolo.
La seconda segnalazione riguarda uno spazio musicale milanese inclusivo che ho scoperto recentemente, è stata una scoperta folgorante e mi fa piacere ora condividerla anche per non affidare il tema del “digitale per l’inclusione” al monopolio esclusivo delle app.
Digitale, infatti, in biblioteca – in un percorso scolastico o in famiglia – significa diversificare l’uso delle risorse disponibili a beneficio del pubblico, condividendo video e informazioni insolite.
Esagramma ONLUS lavora da trent’anni sul disagio psichico e mentale e si rivolge anche a bambini e ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).
Ha intrapreso una strada potente mettendo in relazione fragilità individuale e musica sinfonica. Ha creato itinerari terapeutici ed educativi basati su corsi di MusicoTerapiaOrchestrale per persone svantaggiate, e, grazie a solidi programmi di formazione tecnico-artistico, organizza concerti in cui a suonare sono le persone con maggiore difficoltà. Immaginiamo quale importanza possa avere per questi allievi condividere prove, esercizi, spartiti, palco e concerti con musicisti professionisti.
Pertanto il mio invito è scoprire e seguire Esagramma.
Potete farlo attraverso il sito ma soprattutto sul suo canale YouTube; lì infatti troverete musica e corpi che si muovono di un solo moto, di un solo istinto ed energia, troverete un’orchestra che suona insieme sostenuta dalla forza e dalla vitale bellezza di sentirsi (ed essere) musicisti competenti, gioiosi, parte di una comunità in musica.
Avviciniamoci all’inclusione attraverso la musica e alla conoscenza attraverso il
digitale, tutto è Sapere Digitale!
Concludo rilevando come queste realtà non siano solo interessanti e utili per la crescita personale, ma siano soprattutto l’attuazione concreta di un diritto sancito di ciascuno di noi: diritto ad accedere alla conoscenza e all’istruzione, alla lettura, alla qualità delle immagini, alla musica, al gioco, allo stare e all’imparare insieme, sentendoci tutti parte non solo di un gruppo ma di una società inclusiva.
Giulia Natale