Inauguriamo oggi una nuova rubrica curata da Giulia Natale, nostra docente nei corsi sulle app digitali e consulente per i tutoraggi della biblioteche che stanno attivando questi progetti: la Biblioteca di Piobesi Torinese è stata la prima, poi è salita a bordo la biblioteca civica di Ivrea. Recentemente anche la Biblioteca di Cumiana e quella di Nichelino vogliono avviare il progetto dunque ci sembrava importante creare uno spazio di approfondimento sulle app digitali anche qui sul blog.
Si può dire che una App si legge?… O come sarebbe più corretto dire? “Usare” una app? “Interagire” con, “giocare” con, “navigare” , “esplorare” un’app?
Tutti questi verbi non sono inadatti ma non sono completi, non riflettono la complessità dell’attività proposta.
Credo sia significativo, infatti, che, nell’attuale panorama delle pubblicazioni digitali per bambini e ragazzi, non si sia ancora trovato il verbo esatto per definire l’esperienza di fruizione dell’interattiva di una storia (o di una storia-gioco) che trova il suo naturale svolgimento in un supporto touchscreen e che in questo supporto trova la forma e la radice del suo linguaggio espressivo.
Quando la narrazione, o il gioco, nascono e si sviluppano su schermi che attendono il nostro coinvolgimento e la nostra partecipazione attiva, la narrazione stessa si deve plasmare e adeguare a una grammatica nuova, con codici espositivi differenti da una narrazione/rappresentazione per la carta, o per la pittura o per la musica; pur trattandosi sempre di modi di raccontare.
O, almeno, questo è ciò che avviene nelle app migliori.
Le app più originali, creative, avvincenti ed emozionanti contano sulla compresenza di tanti elementi narrativi che agiscono insieme con strumenti di un’orchestra.
Nelle due storie interattive di oggi, tutti gli elementi narrativi (interattività compresa) sono bilanciati con equilibrio; il risultato è una narrazione distesa, senza crolli e di grande fascino.
L‘app Florence – pensata e sviluppata da un team australiano – si apre sul dolce profilo della giovane protagonista mentre il vento le scompiglia la frangetta e le note di pianoforte e violoncello ci attraggono verso la sua storia. Storia d’amore, storia di vita, storia di riscatto personale. In Florence la trama, di per sé semplice e universale, è raccontata attraverso un mondo di suoni, attraverso partecipazione, musica, colori pastello, e testi inseriti in ballon come nei fumetti.
Il lungo racconto è diviso in capitoli cui si accede solo se si risolve l’interattività richiesta che, di fatto, diventa motore dell’avanzamento narrativo nella vita dapprima noiosa e triste della ragazza (non ama il suo lavoro), ha pochi amici e poche relazioni.
Poi, lo scontro in bicicletta con un musicista di strada apre la via del grande cambiamento nella sua vita affettiva e anche nell’interattività, cambiano radicalmente le modalità di coinvolgimento interattivo.
Solo qualche esempio. Per indurre in noi la noia del lavoro che svolge, siamo noi a dover completare le noiose associazioni fra i numeri; accettiamo le telefonate della severa madre scegliendo la risposta, rispondiamo nella chat alle amiche, allineiamo le figure sfocate per farla incontrare con Krish, completiamo il puzzle della conversazione per i loro primi appuntamenti, spostiamo dalla dispensa i cibi di lei facendo spazio alle spezie di lui… anche quando la loro relazione amorosa si incrina siamo lì a rimettere a posto le cose sugli scaffali ormai lasciati vuoti.
L’app ha ricevuto premi anche per il ritmo speciale e pacato dei passaggi narrativi e la conclusione è sorprendente!
Un’altra app corrisponde ai parametri sopra accennati ed è l’app vincitrice del Bologna Ragazzi Digital Award 2020: The Wanderer, Frankenstein’s Creature, pubblicata dallo studio la Belle Games e da ARTE France.
In questa reinterpretazione artistica e trasposizione digitale dal celebre scritto gotico di Mary Shelley vive una creatura in fuga, spaventata e paurosa, presa a sassate e bastonate, che reagisce o non reagisce secondo la scelta che noi operiamo.
I paesaggi si aprono al nostro tocco, il percorso viene stabilito da noi con il meccanismo del punta e clicca, si procede negli scenari naturali che diventano il suo viaggio e determinano gli incontri che la creatura mostruosa farà.
Si ha l’impressione di governare il suo destino, di essere in sua compagnia nelle poche gioie e nel gran tormento, nelle sue angosce e nella crisi di un uomo diverso e poi emarginato che si pone le grandi domande che l’uomo si è posto da sempre.
Anche questa è una storia universale, adatta per affrontare con i ragazzi adolescenti, anche in biblioteca, il tema dell’Io, dell’Altro, della Paura, fra Natura suggestiva e scenografie pittoriche.
In conclusione e in generale, credo che risulti più facile avvicinare i nostri ragazzi alla letteratura e a questi temi importanti (vale anche per Florence) tramite storie interattive letterarie, quindi perché non provare?
Il mio augurio è di vivere queste esperienze interattive per poi confrontarvi con i ragazzi sui passaggi più significativi!
Giulia Natale