Se da questa esperienza, come bibliotecari, abbiamo imparato qualcosa è che quando non siamo in biblioteca questa ci manca come l’aria. Ci mancano i suoi spazi, ci mancano le persone, ci mancano i libri, la fisicità, gli utenti, i servizi, le magagne, e tutte quelle attività che ruotano intorno a questa. Ma abbiamo imparato anche che nel tempo della grande distanza il digitale non è contrapposto alla biblioteca fisica ma ne fa parte come un qualcosa di profondo, di mistico e sensuale. In poco tempo le bibliotecarie e i bibliotecari si sono organizzati in un modo sorprendente, proponendo letture, attività, supporto alle famiglie, laboratori, curiosità, teatri, ricette, cassette degli attrezzi, lezioni di yoga, incontri, radio, comunità, accelerando e rivitalizzando il proprio rapporto con le tecnologie. Come ogni lingua anche il digitale ha bisogno di pratica, d’impegno, di mimesi, di tempo e come per ogni lingua non è da intendersi come qualcosa di finito ma è un costrutto in perenne divenire. Un costrutto che ha necessità di una costante attualizzazione e sperimentazione. Nelle prossime fasi emergenziali ci ritroveremo spesso a pensare se tutto potrà tornare come prima, ma probabilmente nulla tornerà come prima e forse per quanto riguarda il nostro rapporto con la tecnologia questo è un bene. Un tipo di educazione al digitale nuova e piena di stanze da esplorare che aiuta a colmare differenze e disuguaglianze in un mondo in costante mutamento.
Per continuare con una tradizione di questo blog ecco il nostro sguardo sul mondo delle biblioteche digitali di questa settimana, un modo per apprendere buone pratiche, idee per una biblioteca sempre più inclusiva e in cammino verso il futuro. Vi Presentiamo Libby, una piccola app che vorremmo avere anche noi.
Libby è un’app made e attiva in U.S.A che ti consente di scaricare fino a dieci libri della tua biblioteca locale direttamente sul tuo dispositivo. E’ scaricabile sia da Android che da Ios ed è un’app pensata per gli utenti più giovani e curiosi. È interattiva, cute e con funzionalità social molto spiccate. Ad esempio consente agli utenti di connettersi tramite i libri ad altri utenti e imbastire discussioni e scambi d’idee o creare spazi anche non virtuali di scambio, confronto o coordinamento per letture simultanee. Libby permette anche di creare tag per descrivere i libri letti, questi come una sorta di proto catalogazione, guideranno altri utenti alla ricerca di nuovi testi da scoprire. Perchè come nella biblioteca fisica, così in quelle digitali, per parafrasare Umberto Eco la biblioteca è un universo in espansione e spesso si conosce cosa si cerca, ma non si è mai sicuri con che cosa si uscirà.
Luca Valenza, bibliotecario errante