E’ online il nuovo Manifesto per il Web Semantico: la comunità dei dati creato, pensato e sviluppato dal Aib. Un manifesto che approfondisce usi e sviluppi, possibilità e rischi del Web semantico e dei Linked Data, con un focus sulla loro utilità sociale, il loro valore per la cultura, la loro importanza per la ricerca scientifica, sociale ed accademica. Il manifesto si sviluppa con una approfondita introduzione dove si esplora il concetto di web semantico come una rete globale di dati interconnessi e annotati in diversi modi e formati. In un contesto globale in maggior beneficio del Web semantico è quello proprio della interoperabilità fra sistemi, linguaggi, culture e dai differenti. Il web semantico per come lo conosciamo oggi nasce dall’intuizione nel 2006 di Tim Berners-Lee co-inventore insieme a Robert Cailliau del World Wide Web e si basa su tecnologie Web standard come HTTP, RDF e URI, ma invece di utilizzarle per servire le pagine Web solo per i lettori umani, le estende per condividere le informazioni in modo che possano essere lette automaticamente dai computer. . Tim berners-Lee ha anche progettato una struttura di dati per catturare ed esprimere la varietà di informazioni caricata sul Web, definita Linked Data una modalità di pubblicazione di dati che consente di collegarli in maniera interoperabile tra di loro e basata su tecnologie e standard web aperti. Berners-Lee individua tre livelli principali nell’’architettura del Web semantico, quello della logica unificante, della prova e della fiducia, in grado di attribuire al web la necessaria affidabilità, certezza e esattezza. I Linked Data rendono possibile esprimere l’informazione in semplici molecole – definite triple – che dichiarano una relazione fra due oggetti, a differenza di altri tipi di dati, questi possono ampliare la loro capacità definitoria sino ad accogliere concetti non preordinati. I linked data è una tecnologia basata su concetti aperti e collettivi che permettono una maggiore granularità e interoperabilità, in questo caso quando rilasciati con una licenza aperta che ne permette la riusabilità si si parla di Linked open data (LOD). Il manifesto ci mostra come Il futuro del Web semantico è un futuro ancora in gran parte da scrivere e che grazie all’attività di molte organizzazioni che già possiedono grandi set di dati e decidono di condividerli in modo concreto, si riesca ad avviare nuovi progetti di digitalizzazione delle risorse e anche il web più tradizionale e meno aperto stia rivalutando per la portata rivoluzionaria di quest’ultimo l’apporto del Web semantico alla conoscenza e allo sviluppo
Dal Manifesto:
“I dati hanno un valore direttamente proporzionale al loro uso e ri-uso.
Possiamo evolverci dall’essere sul Web all’essere del Web, e l’intero Web può essere al nostro servizio.
Abbiamo bisogno di un Web semantico perché viviamo in un mondo semantico.
Il significato non esiste nelle cose in sé, ma è generato o ricavato dalle relazioni e dalle interazioni fra i dati.
Non saremo mai d’accordo su ciò che significano le cose sul Web, o fuori dal Web. E questo è un bene..”
Luca Valenza, bibliotecario errante