Un nuovo articolo, molto utile, di Eleonora Pantò per la rubrica Appunti Selvaggi . Come trovare le informazioni giuste e riceverle direttamete nella vostra casella di posta elettronica
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Conoscete la “lettera a Chesterfield”? Samuel Johnson, nel 1755, dopo aver completato la stesura di un dizionario di lingua inglese, riceve pubbliche lodi da Lord Chester, un mecenate dell’epoca. Johnson risponde a Chester con una lettera in cui si lamenta come queste lodi siano tardive a fronte di un supporto economico che per sette anni era venuto a mancare. Questa lettera è considerata la nascita della letteratura indipendente ed è stata utilizzata da Paola Corti per introdurre il concetto di diritto d’autore e dei risvolti economici e legali, durante il suo ottimo corso sulla Open Education (se siete interessate qui trovate le registrazioni).
In questo articolo non parlerò del diritto d’autore, ma degli scrittori, non di quelli che pubblicano libri ma di chi pubblica online – parliamo sempre di autori basati sul carbonio – contribuendo alla content economy – l’economia dei contenuti. I content creator sono spesso esperti di marketing che costruiscono contenuti finalizzati a promuovere qualcosa, contigui e a volte sovrapposti agli influencer che tendenzialmente promuovono sé stessi, ma possono essere professionisti di vario tipo ad esempio giornalisti, ricercatori, attivisti, opinionisti.
Il regno dei creator sono i social media, come Facebook, Instagram, TikTok. Tuttavia queste piattaforme, tendono essere sempre più orientate alle immagini e ai video. Social media che pur restando giganteschi sembrano essere in declino. Secondo Cory Doctorow, nel suo articolo “Enshittification of Tik Tok” queste piattaforme nascono per gli utenti, ma per garantire la propria sostenibilità sono costrette a privilegiare gli azionisti e quindi a penalizzare gli utenti, infine penalizzano anche gli azionisti, per garantirsi il massimo profitto e a quel punto muoiono.
“Here is how platforms die: first, they are good to their users; then they abuse their users to make things better for their business customers; finally, they abuse those business customers to claw back all the value for themselves. Then, they die”
L’abbandono dei social media è in parte anche dovuto al fatto che i content creator non hanno alcun controllo sulla diffusione dei loro contenuti sui social: gli algoritmi che li governano sono volubili, segreti e mai neutri. Anche Facebook – considerato il social vecchio per i vecchi – ci presenta per la maggior parte contenuti che non sono pubblicati dai nostri contatti, perché utilizza il modello dello “scrolling infinito” adottato da TikTok e Instagram, che ci tiene attaccati allo smartphone, alla perenna ricerca del prossimo contenuto, sicuramente migliore e più interessante di quelli visti fino a quel momento.
Le newsletter personali
In questo contesto, è comprensibile come le newsletter personali o autoriali si stiano diffondendo sempre più: offrono agli scrittori e ai creatori di contenuti la possibilità di stabilire un rapporto diretto con il loro pubblico, senza dipendere da algoritmi o da altre piattaforme di terze parti. Una newsletter personale consente un maggiore controllo sulla distribuzione dei contenuti e una maggiore privacy per chi legge. Si tratta in qualche modo di un ritorno all’epoca dei blogger, che forse non sono mai spariti, ma che grazie a questi sistemi riacquistano visibilità, come sta avvenendo anche per i podcaster.
Le newsletter autoriali solitamente sono tematiche, create da un singolo autore o da un gruppo di persone; possono essere amatoriali o veri e propri magazine digitali e diventare una fonte di guadagno. Gli abbonati possono essere disposti a pagare per accedere ai contenuti “premium”, oppure gli autori possono ricavare reddito anche attraverso la sponsorizzazione o la pubblicità.
Substack e gli altri
Substack è una piattaforma per la gestione di newsletter autoriali lanciata nel 2017 che ha visto una crescita significativa negli ultimi anni. La piattaforma ha creato questa attenzione intorno a sé attraverso varie iniziative: in alcuni casi ha fornito finanziamento anticipato a un certo numero di scrittori selezionati per aiutarli a sviluppare le loro newsletter, aumentare la loro base di abbonati e per acquisire notorietà, inoltre sono stati anche ingaggiati autori pagati direttamente dalla piattaforma. Gli stessi giganti social hanno cercato di ritagliarsi una percentuale di questo mercato ma non hanno avuto successo Twitter aveva acquistato Revue, chiusa a gennaio (forse che i tagli di Elon Musk – il nuovo proprietario di Twitter abbiano avuto un impatto anche su questo?) e Facebook aveva acquistato Bulletin nel 2021, ma pure di questo si sono perse le tracce.
Substack ha lanciato il 28 marzo una campagna di finanziamento che prevede un contributo minimo di 100 euro e con cui pensavano di raccogliere 2 milioni di dollari. In poche ore hanno raccolto più di 5 milioni di dollari secondo Techcrunch, anche se per qualcuno la manovra di co-finanziamento serve a coprire mancati introiti dai venture capitalist. L’azienda ha rivelato che i lettori hanno pagato agli scrittori più di 300 milioni di dollari attraverso Substack e che la piattaforma conta ora più di 35 milioni di abbonamenti attivi, tra cui due milioni di abbonamenti a pagamento. Substack ha anche rivelato che più di 17.000 scrittori guadagnano su Substack e che i primi 10 guadagnano complessivamente più di 25 milioni di dollari all’anno.
Substack è la piattaforma più diffusa, ma ci sono alternative come Ghost, piattaforma open source che permette di creare un blog o una newsletter personali, ma a pagamento (se invece siete autori su Ghost il passaggio a Substack è facilitato) , Patreon per ricevere finanziamenti direttamente dai loro fan; anche Medium, una piattaforma gratuita per blogger che permette di guadagnare denaro attraverso gli abbonamenti dei lettori.
Cosa leggere? 10 link per voi
A questo punto spero vi sia venuta un po’ di curiosità di esplorare Substack come lettori e magari poi come autori. Per cercare contenuti di vostro interesse potete andare sulla home page e scegliere la funzione explore, dove usando tag e parole chiavi potrete trovare contenuti di vostro interesse, anche senza essere registrati sulla piattaforma.
Purtroppo l’uso di parole in Italiano non dà risultati utili: il motore di ricerca sembra utilizzare assonanze fonetiche per cercare parole simili.
Proprio perché è difficile orientarsi, ecco qualche consiglio di lettura su temi legati a tecnologia, media, marketing, IA, dati; un paio sono in inglese. La descrizione è quella presente sul sito è scritta dall’autore.
- Guerre di rete di Carola Frediani “[..]analisi e notizie su temi legati alla cybersicurezza, la privacy, i diritti digitali, l’intelligenza artificiale, il cybercrimine, la sorveglianza.”
- Vincos newsletter di Vincenzo Cosenza “marketing e tecnologia”
- AI snake oil di Arvid Narayanan e Sayash Kapoor “AI is everywhere, and so is hype around AI. That’s why we are launching a book project on AI snake oil—to dispel hype, remove misconceptions, and clarify the limits of AI.”
- One useful thing di Ethan Mollick “I wanted a place to translate research into advice, or commentary, in a way that was short and useful. This is my effort to do so, and it will continue to evolve. Hope you enjoy!”
- Ellissi di Valerio Bassan “la newsletter che ti accompagna alla scoperta del futuro dei media e delle nuove economie del digitale”
- zio di Vincenzo Marino “zio è la newsletter che cerca di capire di cosa parlano e cosa fanno i teenager di oggi quando fissano i loro telefoni: in pratica prendiamo spunto da trend e consumi culturali rilevanti per la Gen Z per farci dei viaggioni”.
- Ti spiego il dato di Donata Columbro “riflessioni su dati, data visualization, algoritmi e tecnologia”
- Eliminare il caos in classe di Mauro Sandrini “tecniche derivate dalle neuroscienze per stare meglio sul posto di lavoro, in particolare in classe”
- Polpette di Vanz “una newsletter settimanale per cercare di stare al passo con un mondo che cambia: la crisi del climate change, l’avvento della piena automazione, l’eguaglianza tra tutti i generi, il secolo dell’Asia”
- Link molto belli di Pietro Minto
Fatemi sapere se queste newsletter vi sono piaciute e se ne avete altre da segnalarmi!
Eleonora Pantò – 1 aprile 2023