In tema con il webinar di lunedì 22 ore 18.00 il nostro bibliotecario errante Luca Valenza ci parla della bozza del manifesto Aib per le biblioteche digitali
Pubblicato come bozza da sottoporre ai soci è online il testo frutto del lavoro del Gruppo di lavoro AIB sulle biblioteche digitali.
Il testo che riprende e supera il manifesto del 2005 ha sempre al centro la tematica delle conversazioni come mezzo e motore di sviluppo. La fonte di partenza del primo Manifesto (2005) erano le conversazioni del Cluetrain Manifesto (1999): l’affermarsi del web imponeva di ripensare i mercati e l’agire delle organizzazioni in termini di conversazioni tra persone.
In questi anni le conversazioni sono continuate e si sono arricchite di nuove analisi e proposte. Ad esempio la Biblioteca come conversazione (Lankes 2011) e la Cultura come conversazione (ACRL 2015) hanno messo in rilievo il ruolo della conversazione nei processi cognitivi con i quali si sviluppa e si condivide la conoscenza. Le conversazioni restano ancora il punto di partenza di questa nuova versione del Manifesto. La Bozza di manifesto divisa in Principi, Modelli e funzioni elenca in maniera chiara quale sarà l’orizzonte in cui si muoveranno, e si muovono, le biblioteche digitali.
Un manifesto interessante che integra e recepisce gli impulsi del Web semantico e li declina nell’orizzonte biblioteconomico.
3. Gli utenti delle biblioteche digitali non sono solo esseri umani ma anche agenti software quali programmi, sistemi e applicazioni
La visione del Web semantico si sta sempre più affermando: le biblioteche digitali hanno tutti gli strumenti per giocare un ruolo fondamentale nel web dei dati: grazie alla intermediazione di applicazioni (o agenti software) molte altre conversazioni in differenti contesti possono essere attivate o influenzate.
Un tipo di biblioteca digitale che pone il bibliotecario come tramite della conoscenza e ne amplia e sviluppa i ruoli e le potenzialità
Nelle biblioteche digitali la tecnologia non sostituisce né riduce il lavoro umano
Nelle biblioteche digitali, come in altri settori produttivi, il lavoro dei bibliotecari non può essere ridotto ad un insieme o una somma di compiti, perciò non esistono robot che possano sostituirli.Al contrario, i bibliotecari svolgono attività molteplici, variamente connesse al ciclo di vita del digitale, che spesso travalicano i confini delle singole discipline e delle competenze settoriali, e che richiedono specializzazione elevata. Si rende quindi necessario favorire non solo l’assunzione di personale con nuove competenze ma anche, tramite la formazione professionale continua, l’acquisizione da parte del personale in servizio delle conoscenze che, nel mutato ecosistema informativo, permettano di ripensare i servizi offerti e progettarne di nuovi. Le biblioteche digitali hanno quindi un ruolo da giocare in merito allo sviluppo di opportunità occupazionali di alta qualificazione, all’interno del mercato del lavoro culturale.
Le biblioteche digitali sono al passo con i temi, flessibili, avanti nel futuro, attente al presente e proiettate nel futuro. Integrano e non sostituiscono le biblioteche in senso classico ma pongono l’utente al centro e utilizzano la tecnologia come motore di sviluppo sociale, economico, culturale.
33. Le biblioteche digitali tengono conto dell’ecosistema Wiki
Le biblioteche digitali promuovono l’utilizzo dei dati nei progetti Wikimedia, garantendo accessibilità e permanenza dei contenuti e favorendo l’integrazione con l’ecosistema Wiki mediante l’impiego di repertori comuni e partecipando all’implementazione di knowledge base quali Wikidata
Le biblioteche digitali sono inserite nel contesto dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi.
12. Le biblioteche digitali danno un contributo fondamentale alla sostenibilità economica, sociale, sanitaria e ambientale delle loro comunità
Il 1 gennaio 2016 è divenuta operativa l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile approvata dalle Nazioni Unite. Sono stati concordati 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e le modalità per valutare il raggiungimento di questi obiettivi: occorre intervenire per rendere sostenibile il modello di sviluppo dal punto di vista ambientale, economico e sociale (ma anche dal punto di vista sanitario, come previsto dall’obiettivo 3 e come la pandemia del 2020 ci ha ricordato). Il ruolo delle biblioteche nell’accesso all’informazione e nel mondo della cultura è essenziale per il raggiungimento di tutti i 17 obiettivi. In questo contesto la cultura può essere vista come un insieme di modalità sociali di interpretare e di interagire con il mondo. Queste modalità si formano dialetticamente attraverso conversazioni. Solo l’avvicinarsi o meno ai 17 obiettivi può misurare l’impatto e il successo delle biblioteche digitali
Luca Valenza, bibliotecario errante