Corpi in movimento, menti in evoluzione 26. 27. 28. ottobre 2023a Torino: un appuntamento da non perdere anche per le biblioteche: l’anno scorso abbiamo presentato anche il nostro progetto!
Un festival dedicato ai mondi della scuola e dell’educare. Per fare di ogni città, insieme alle sue scuole, una grande comunità educativa. Dibattiti, workshop, atelier, spettacoli disseminati a Torino e area metropolitana. Voci dai mondi dell’arte, della pedagogia, della scienza, della cura, per mettere al centro del pensiero di una città i percorsi di crescita delle nuove generazioni.
Sempre più insegnanti ed educatori si stanno interrogando su come favorire l’apprendimento da parte delle nuove generazioni. Apprendimento (parola troppo a lungo data per scontata) si sta imponendo come questione da ri-esplorare, ri-precisare, ri-comprendere.
Soprattutto chi – per professione e mandato (maestri, insegnanti, figure educative…) – è chiamato ad accompagnare le nuove generazioni a entrare in contatto con il sapere e i valori sta prendendo consapevolezza che si tratta di dotarsi di una teoria e di una prassi dell’apprendimento, che permetta a studentesse e studenti, di ogni ordine e grado, di crescere come soggetti attivi, protagonisti dei propri cammini scolastici, educativi, di vita.
Tanti segnali spingono oggi in questa direzione. Ci sono i dati della dispersione e dell’abbandono scolastico, che malgrado in calo non cessano di essere preoccupanti e di porre la domanda: come può la scuola diventare una esperienza capace di tenere maggiormente dentro chi è più a rischio di scivolare fuori?
C’è un dilagante malessere di studentesse e studenti, che l’esperienza scolastica non sempre riesce ad alleviare, talvolta anzi rischia di incrementare. Al punto che ci si chiede: possiamo pensare un modo di fare scuola che promuova maggiore benessere tra allieve, allievi e gli stessi insegnanti?
C’è poi la sensazione che trovarsi di fronte generazioni native digitali stia mettendo in discussione le modalità abituali di insegnare ed educare: come osservano studiosi ed esperti di sviluppo, oggi bambini nativi digitali arrivano in classe con altri stimoli e strutture mentali rispetto a quelli di un tempo. Possiamo continuare a pretendere che bambini cresciuti in una realtà ricca di sollecitazioni veloci passino 5 ore a scuola in apprendimento passivo e 5 ore a casa a fare i compiti sul quaderno?
Ci sono infine le acquisizioni delle neuroscienze che sempre più rivelano come una mente apprende, in quali climi emotivi, a quali condizioni ambientali. Sappiamo così che emozioni e movimento sono la porta di ingresso del conoscere, per cui una buona gestione delle emozioni e la messa in discussione dello schema d’aula (che vede corpi immobilizzati tra i banchi e teste orientate alla cattedra) sono sempre più riconosciute condizioni dell’apprendere.
Di tutto questo parleremo nella seconda edizione del Social Festival Comunità Educative “Corpi in movimento, menti in evoluzione”.